L’amore per il mestiere del macellaio è la grande eredità lasciata dal padre Andrea: fin da piccolo infatti, Roberto passava del tempo nella bottega di famiglia, “rubando” da subito il mestiere con gli occhi e impegnandosi, con indosso un grembiule quattro volte più grande di lui e un altrettanto enorme guanto d’acciaio,  alla rifilatura degli ossi già abbondantemente puliti a regola d’arte. Tutto quello che il piccolo apprendista riusciva a ottenere veniva pesato e ripagato dal padre, che in questa maniera è riuscito a trasmettere al figlio anche il valore del lavoro “fatto bene”. 

Quando non era in macelleria con il padre, Roberto era con i nonni materni, proprietari di una azienda agricola tradizionale, dove si produceva autonomamente l’erba, il fieno e i cereali per alimentare il bestiame, dal quale si ricavava la carne e il latte, buono e sano “come una volta”. 

Da questi grandi esempi, Roberto ha imparato non solo il mestiere del macellaio, ma anche la passione, lo spirito di sacrificio, l’impegno e la serietà sul lavoro, il valore della qualità e dei metodi di allevamento che pongono al primo posto il benessere animale. Quanto fosse fondamentale seguire tutta la filiera produttiva e quanto il lavoro oltre il banco della macelleria fosse importante per chi vuole fare la differenza in questo mestiere, fu chiaro per lui fin da subito.